Nazim Hikmet | Amo in te

Hikmet, con le sue poesie d’amore, è uno dei pochi poeti che ancora vendono in Italia. Ma sono ancora in pochi, rispetto al pubblico vasto dei lettori, a conoscere la raccolta più famosa, le Poesia d’amore, del poeta turco (se ami la poesia… comprala!).
Nato a Salonicco, figlio di un console turco e di una pittrice appassionata di poesia francese, ma con avi turchi, serbi, tedeschi e francesi, Nazim Hikmet è una figura moderna e complessa, in cui la politica e l’amore (con i suoi quattro matrimoni) sono certamente elementi essenziali, uniti spesso da un’estetica del verso e da un lirismo profondamente contaminato dai russi. Come si può vedere anche nella poesia Amo te, che pubblichiamo di seguito.
BIO IN BREVE: Hikmet aderì prima al partito nazionalista di Ataturk, ma fu costretto a espatriare per aver condannato il genocidio armeno. Si rifiugiò quindi in Unione Sovietica, dove conobbe Lenin e i principali poeti dell’epoca (Esenin e Majakovskij). Nel 1928 tornò in Turchia da comunista e fu arrestato. Nel 1938 un suo poema venne accusato di incitare i marinai alla rivolta: per questo Hikmet fu arrestato nuovamente e condannato a 28 anni e 4 mesi di carcere. Scontò quasi 12 anni di prigione in Anatolia, nel corso dei quali venne colpito dal primo infarto, e venne scarcerato soltanto nel 1950 per le pressioni internazionali. Ma le pressioni non finirono e nel 1951 dovette riugiarsi nuovamente a Mosca per poi chiedere asilo politico alla Polonia, ma il governo turco rifiutò sempre di concedere alla (terza) moglie ed al figlio il permesso di raggiungerlo. Nel 1960 si sposò per la quarta volta. Morì il 3 giugno 1963, a quasi 62 anni, in seguito all’ennesimo infarto.
Nazim Hikmet, “Amo in te”
Amo in te
l’avventura della nave che va verso il polo
amo in te
l’audacia dei giocatori delle grandi scoperte
amo in te le cose lontane
amo in te l’impossibile
entro nei tuoi occhi come in un bosco
pieno di sole
e sudato affamato infuriato
ho la passione del cacciatore
per mordere nella tua carne.
amo in te l’impossibile
ma non la disperazione.